Pubblicati i Cammini della Madonna del Monticino

Uno dei tre colli che caratterizzano il borgo di Brisighella è quello su cui sorge il Santuario della Madonna del Monticino. Luogo di devozione per l’intera vallata dove scorre il fiume Lamone, ma anche ottima meta per chi ama il turismo lento.

I quattro percorsi ad anello individuati si intersecano tra loro come i petali di un fiore, attorno alla chiesa e lungo i percorsi, prevalentemente su strade campestri e sentieri CAI. Nei punti di ristoro e accoglienza è possibile vidimare la credenziale di viaggio del pellegrino, da ritirare alla partenza presso la sede della Pro Loco di Brisighella, oppure da richiedere online.

I Cammini della Madonna del Monticino

FESTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

Rettifica al programma

per motivi di sicurezza e visto l’andamento della situazione pandemica la processione prevista dopo la s. Messa delle 10.30 NON si terrà.

Programma:
Sabato 7 maggio
ore 16.30 Benedizione Auto in via fossa (ordinanza 183/2022)
Ore 17.30 Rosario e Ore 18.00 S.Messa

Domenica 8 maggio
ore 9 S. Messa;
ore 10.30 S.Messa

BUON APPETITO

E accade così che un giorno un ristoratore del nostro comune ci fa una proposta “posso offrire un pranzo a chi ha bisogno?” … accettiamo … e la proposta diventa d’asporto per la sicurezza di tutti.

GRAZIE per averci donato questo cibo frutto del tuo lavoro, non era solo cibo pronto…ma hai donato “aria di famiglia”.

 

Omelia_12 SETTEMBRE 2021_XXIV DOMENICA Tempo Ordinario

SS NOME DI MARIA FESTA DELLA B. V. MARIA DEL MONTICINO

Inizio con una nota storica che tutti conosciamo: “Nel 1626 una pia ignota mano collocò in un rozzo pilastro presso la porta Bonfante, oggi scomparsa, una immagine della Madonna lavorata in cotto nello stesso anno…” “La Madonna regge nel grembo il Bambino Gesù”. La descrizione è tratta dal numero III anno VI settembre 1925. È il secondo anno che celebriamo la novena e la festa della Madonna del Monticino qui in Collegiata e non nel Santuario a Lei dedicato. Questa pandemia non ci ha ancora lasciato e risentiamo, lo speriamo tutti, degli ultimi momenti della malattia. Il primo incontro con Maria lo troviamo nel momento dell’Annunciazione, si realizza l’antica e misteriosa profezia fatta dal profeta Isaia al re Acaz. L’evangelista ci dona le parole dell’Arc. Gabriele: “Non temere Maria perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo chiamerai Gesù.” Al re che aveva rifiutato di chiedere un segno a Dio, corrisponde ora la fede di Maria che accoglie il segno che le viene dato. Maria, possiamo dire, che “diventa la terra buona, benedetta e piena di grazia, che accoglie la presenza del Signore nella storia degli uomini, il Sì di Maria permette l’incarnazione del Verbo.” Gesù è il Dio con noi profetizzato dal profeta Isaia. S. Agostino dice: “Il concepimento nello Spirito di Maria, attraverso la fede, ha preceduto il concepimento nella carne.” La lettera agli Ebrei riporta le parole del Figlio al Padre Celeste: “Tu non hai voluto né sacrifici né offerta, un corpo invece mi hai preparato…Ecco Io vengo…per fare, o Dio, la tua volontà.” Per questa fede Maria è beata “Beata colei che ha creduto.” “Tutte le generazioni mi chiameranno Beata.” Potremmo dire che la grandezza di Maria non sta nell’essere diventata Madre di Dio, perché questa è la grandezza di Dio, ma nell’aver detto sì al grande incontro che le ha toccato il cuore. “Maria che nella fede ha dato al mondo Cristo, la vita, continui oggi con la sua materna intercessione a generare nel mondo, attraverso la fede, la Chiesa comunità dei credenti, come spazio concreto di vita e di speranza, nella storia di ogni uomo.” Riporto un pensiero di Tommaso Nediani tratto dal fascicolo del terzo Centenario della Madonna del Monticino 1925. “Dalla sua cima candida la Vergine bambina ci sorride e c’invita ad ascendere per Lei a Gesù.” “E noi le ripetiamo che Le vogliamo bene e che è la nostra letizia.” Prepariamo i nostri cuori al grande evento e in questi giorni si vedrà la gloria centenaria del Monticino.”

BUON VIAGGIO … MONS. VITTORIO SANTANDREA

La parrocchia San Michele Arcangelo e San Ruffillo, grata per il servizio reso alla comunità religiosa Brisighellese dal servo Mons. Vittorio Santandrea, nelle sue molteplici attività pastorali: giovanili presso il circolo G. Borsi, assistenziali alle persone ammalate presso la struttura ospedaliera San Bernardo di Brisighella, educative come insegnante alla scuola media G. Ugonia, si unisce alla preghiera della comunità diocesana per l’anima fedele del defunto Don Vittorio.

La preghiera del Rosario recitata in Collegiata oggi 2 gennaio alle ore 17,30 sarà in suffragio dell’anima di Don Vittorio.

Le esequie si celebreranno martedì 5 gennaio alle ore 10 nella Cattedrale di Faenza. La salma sarà tumulata presso il cimitero di Pieve Cesato.

Omelia del Vescovo Mario Toso per il centenario del Circolo

Di seguito il testo completo dell’omelia del Vescovo Mario Toso durante la celebrazione della messa in occasione del centenario del Circolo ANSPI Giousè Borsi:

Brisighella, 4 agosto 2019.

Rev.mo Mons. Elvio Chiari, Cari fratelli e sorelle, Responsabili, Soci e simpatizzanti del Circolo Giosuè Borsi di Brisighella del quale ricorre il centenario, viviamo un momento importante per questa comunità, per la memoria e per il futuro. Nel 2007 don Giuseppe Piancastelli, in prossimità dei novant’anni del Circolo ebbe a scrivere: «Davanti a noi si aprono nuovi orizzonti. […] l’invenzione di nuovi progetti educativi nelle nostre parrocchie è affidata al protagonismo dei laici (non solo a sacerdoti e suore), in particolare alle famiglie». Sono parole ancora attuali, che non dobbiamo dimenticare. Come nel nuovo contesto socio-culturale occorre ripensare e riprogettare la vita civile e politica di questa città, così, in occasione del centenario, va ripensato e riprogettato il Circolo cattolico intitolato a Giosuè Borsi, sorto nel 1919, perché, come è scritto negli atti fondativi, vi era «un’assoluta mancanza di organizzazioni maschili».

A ben riflettere, la propria città vive l’urgenza di una rivitalizzazione di partecipazione non solo sul piano della vita sociale ma anche sul piano economico, commerciale, civile, culturale, sul piano ecologico. La generazione di mezzo ha una missione storica decisiva: non solo svolgere una funzione di legame tra le generazioni dei giovani con le altre generazioni, ma anche essere soggetto educativo, creativo, che guarda al futuro prefigurando visioni, progetti formativi, poggiando sulle solide basi di una tradizione socio-culturale e religiosa, rigogliosa e meritoria. Il Circolo Borsi, infatti, ha costantemente investito sulla formazione integrale (non solo sportiva e ricreativa) dei ragazzi e dei giovani, coinvolgendo le famiglie, organizzando incontri, esercizi spirituali, percorsi di sensibilizzazione culturale. Le attività ricreative non erano dissociate dalla catechesi, dalla formazione umana e sociale, democratica. Ma come risulta dalle cronache dell’anno 1974, dopo anni fiorenti, il Circolo ha vissuto momenti di decadenza, nei quali si è ridotto prevalentemente a luogo ricreativo, frequentato sì da numerosi giovani e, tuttavia, piuttosto indifferenti, se non contrari, al discorso religioso-morale (cf numero speciale del Bollettino parrocchiale del 2008, p. 17). Qualcosa di analogo avvenne nel 1990, perché il Circolo versava, si legge nel medesimo numero speciale a p. 33, «in una generale crisi di valori e di impegno». Purtroppo quanto è avvenuto in passato trova riscontri nell’oggi, anche in altri circoli presenti nella nostra Diocesi. Siamo qui proprio per scongiurare momenti di disorientamento e di disimpegno, per trovare, cioè, la forza e il coraggio del rilancio e del rinnovamento delle nostre associazioni. Celebrare l’Eucaristia in occasione del centenario del Circolo Borsi assume proprio il significato di propiziare un nuovo rinascimento, di avviare una ripresa con slancio e speranza. L’Eucaristia non è solo un frammento isolato e chiuso in se stesso della nostra commemorazione centenaria. Essa è l’epicentro di cambiamenti radicali che si trasmettono alle parrocchie e alle associazioni. Partecipare alla santa Messa ha, infatti, il significato di renderci più capaci di innovare la nostra vita e le nostre aggregazioni. Chi di voi è del Circolo e partecipa a questa Eucaristia è senz’altro convinto che essa è luogo privilegiato per ringraziare e per attingere le energie necessarie per rifondare ciò che ci sta a cuore. In essa si riconosce che quanto di bene è stato compiuto è principalmente merito del Signore Gesù e del dono del suo Spirito d’amore. Partecipare al memoriale della morte e risurrezione di Cristo significa immettersi in un ricco e potente flusso di vita nuova, che venendo donata a tutti i credenti li redime e li trasfigura, rendendoli protagonisti di rinnovamento della comunità ecclesiale e della vita civile. Incontrandoci con Cristo, accogliendolo, siamo inviati ad annunciarlo per far nuove tutte le cose, per generare una nuova cultura, un nuovo umanesimo. La Parola di Dio appena ascoltata ci guida e ci dice che l’obiettivo ultimo del nostro impegno missionario ed educativo è che «Cristo sia tutto in tutti» (Col 3, 9-11). È questo quanto dobbiamo ricercare nella nostra vita, nei Circoli cattolici. Dobbiamo rivolgere i nostri pensieri alle cose più importanti, le cose di lassù, e dedicarci alla nascita di un uomo nuovo, ad immagine di Cristo.

Per questa comunità e per il Circolo ANSPI Giosuè Borsi ogni celebrazione eucaristica deve diventare occasione di conversione, di rinascita, di rilancio dell’azione formatrice. Chi è socio dell’ANSPI sa che in tale associazione non si vive semplicemente per passare il proprio tempo, per godere di una pausa di riposo ristoratore. Essere dell’ANSPI vuol dire intendere la propria vita come una missione non solitaria, bensì associata, che conduce ad aggregarsi e ad unire le energie per essere nel tessuto ecclesiale e sociale lievito che fermenta, sale che dà sapore alla vita, per essere costruttori attivi di una società riconciliata ed integrata. La celebrazione del centenario sia, allora, un confermarsi nel proposito di rendere la propria vita più ricca di senso di appartenenza a Cristo, alla sua Chiesa. Non bisogna aver paura di essere e di dirsi di Cristo. Negli anni trenta e quaranta del secolo scorso era normale per i soci del Circolo Borsi esprimersi così: «Giovane, non tremare se tu sei cattolico!». Oggi, purtroppo, la qualifica di «cattolico» non è amata. Appare a non pochi credenti un inciampo al dialogo pubblico, quasi un marchio di minorità.

Occorre prendere coscienza della propria dignità e specificità. Tutti siamo chiamati a sbaragliare un cristianesimo «fai da te», e quel paganesimo idolatra che, purtroppo, si è infiltrato anche nella comunità cristiana e nelle nostre associazioni. Occorre tornare ad educare gli educatori, affinché aiutino le nuove generazioni a rendere ragione della propria fede e della connessa speranza. Dobbiamo superare quelle presentazioni del cristianesimo che fanno sconti sulle esigenze del Vangelo e sulla sequela di Cristo. Chi opera nell’ANSPI è chiamato ad educare ad una vita impegnata, di alto profilo, di rispetto dell’altro, anche nei vari ambienti dello svago e del sano agonismo. Gesù Cristo non è un sovrappiù, un intruso nell’educazione, bensì chi con il dono di sé rende la vita più piena, colma di gioia indicibile.

+ Mario Toso