La seconda domenica di Avvento ci presenta due messaggi legati alla speranza: il primo viene evidenziato dalla prima lettura del profeta Baruk, è rivolto a Gerusalemme e al popolo ebreo ancora in schiavitù a Babilonia. Vari profeti propongono il tema della Consolazione che Dio donerà al suo popolo. Isaia ripete “ Consolate, consolate il mio popolo” Dio viene a salvarvi. Tutti devono essere pronti all’incontro col Signore, “Gerusalemme deve stare in piedi e guardare verso oriente” perché “Dio ha deciso di portare Israele in cammino verso la salvezza sotto la gloria di Dio”. Possiamo chiedere: “Dove si trova questa consolazione? Dio come ci consola?” la prima realtà è che la consolazione la ritroviamo perché ci ha chiamati. Egli desidera che doniamo a tutti la luce della fede che ha posto nei nostri cuori. La seconda consolazione di Dio è che vuole consolare attraverso la nostra persona e ci fa sapere che ama in modo particolare gli afflitti. Il secondo messaggio di speranza è dato dalla presenza di Giovanni il Battista; il Vangelo di San Luca nei primi due versetti del testo che abbiamo letto presenta la situazione “politica” dell’impero romano, della Giudea e delle varie zone in cui è divisa la Palestina, ma nessun personaggio storico viene rapito dalla Parola, ma essa “venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.” Così inizia la missione di Giovanni. Una realtà che ci viene dinanzi agli occhi è che Giovanni è trovato dalla Parola di Dio nel deserto, predica nel deserto, non è rimasto nelle città in mezzo alle case degli uomini dove la sua predicazione li poteva raggiungere. È andato nel deserto e chi lo voleva ascoltare doveva andare da lui, era per le persone un cammino di ricerca mentre si allontanavano dalla realtà quotidiana. Se leggiamo il profeta Osea questo recarsi nel deserto era ritrovare il Signore, il luogo in cui era stato sancita l’Alleanza, il luogo in cui Dio guidava il suo popolo. Le parole di Giovanni sono profetiche: predicava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Il profeta Isaia ci dice chi è Giovanni, è una voce che grida, la sua missione è essere voce, è il grido di Dio, prima della venuta del Messia. Credo che Dio chieda anche a noi di essere la sua Voce che chiama tutti alla conversione. Ripeto sempre in avvento le parole di Osigene che dice: !Giovanni predica nel deserto del nostro cuore, del nostro peccato” affinchè tramite la conversione possiamo ritrovare il Signore; proviamo a cambiare la nostra vita e donarla a Dio, apriamoci a Lui per diventare umani della nuova umanità rinnovata da Cristo, lasciamo entrare in noi la Parola, ed Egli a partire da noi potrà risplendere come luce per gli uomini, perché il mondo divenga autenticamente l’Avvento di Dio che consola e ama.