Omelia_10 Ottobre 2021 _ XVIII Tempo Ordinario

“ESSERE LIBERI” PER SERVIRE

Voglio ricordare il mese di ottobre come luogo e segno della missione verso i lontani, ma anche verso coloro che ci sono vicini. Il nostro compito è portare la carità, l’amore del Signore ai fratelli. La preghiera che precede la liturgia della Parola chiede al Signore che “la grazia ci preceda e ci accompagni sempre per operare il bene.” La prima lettura è tratta dal libro della Sapienza che inizia con la preghiera del fedele costante nei confronti di Dio e Dio a lui elargisce la “Prudenza”. Se si guarda alla sapienza del mondo latino, la prudenza è la scienza delle cose che si devono cercare o fuggire, ma per il cristiano la prudenza è la capacità di guardare avanti, lontano, di prevedere e provvedere, vedere il possibile punto di arrivo di un pensiero o di una scelta, mediante confronti con quanto accaduto nel passato. L’uomo o la donna prudente è provvidente, è colui che prevede prima, guarda oltre la situazione in modo puntuale. La prudenza è mossa dallo Spirito Santo. Tante volte ci siamo chiesti come sarà la nostra vita cristiana dopo la pandemia, la prudenza ci spinge a riallacciare la condivisione dell’amore di Cristo con gli altri. Viviamo i rapporti comunitari con nuova gioia condividendo la speranza con tutti. Il libro della Sapienza ci dice che dopo il dono della prudenza Dio elargisce la Sapienza, è il grande dono della presenza di Dio nella nostra vita. “L’ho amata più della salute e della bellezza, lo splendore che viene da lei non tramonta.” Il Vangelo di S. Marco presenta l’episodio del “giovane ricco”, Gesù ci insegna che andare con Lui è scoprire che si è liberi dalle cose preziose del mondo e dalla privazione di esse, bisogna ritrovare una libertà perfetta che si regge su di sé ed è limpida perché è la libertà di Dio. “Mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui” gli rivolge la parola : “Maestro buono cosa devo fare per conseguire la vita eterna?”. Gesù risponde “Perché mi chiami buono?” Uno solo è buono, il Dio santo, invisibile, dirigi là la tua mente. Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti e ne cita alcuni.  Il giovane replica :l’ho fatto già fin dalla mia giovinezza”. Gesù guardandolo lo amò. “Cosa mi manca ancora” vorrei fare di più istruiscimi. Gesù replicò: “Una cosa ti manca.” Vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi. Stacca ogni cosa da te e assumi la giusta modalità e rapporto con il mondo e con Dio. Una cosa è chiara: Dio porta alla vita eterna. Il giovane non riesce a decidersi, per lui il sacrificio è troppo grande, i suoi beni, in tutta la loro abbondanza, sono presenti davanti ai suoi occhi, lo seducono ancora e “scuro in volto” “triste” con la coscienza di perdere l’opportunità offerta da Gesù, egli ritorna a casa. Ognuno di noi può avere qualcosa senza essere ricchi, la nostra ricchezza è nel cuore di Gesù.