Omelia _ 1 Agosto 2021 _ XVIII Domenica Tempo Ordinario

La preghiera di introduzione alle letture chiede a Dio Padre di “mostrare la sua continua benevolenza” e di “assistere il suo popolo che lo riconosce suo creatore e guida”. In che modo si rivela la benevolenza di Dio? È nella fede che ci è stata donata che noi riconosciamo il grande amore che ci è stato offerto; che una parola buona ci è stata rivolta e che, accogliendo questa Parola che è Gesù Cristo, noi abbiamo la vita e che lo Spirito Santo che ci trasforma, illumina il cammino per un futuro pieno di speranza e di gioia. La benevolenza di Dio per noi è la sua Rivelazione che ci porta alla comunione con Lui. La seconda affermazione è che noi riconosciamo Dio come nostro “creatore e guida”. Che meravigliosa certezza è sapere che la nostra vita non dipende dal caos o dalla causalità, ma da Dio Creatore. Dio può dire a ciascuno di noi che “prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto”. Siamo stati concepiti nel cuore di Dio e quindi “ciascuno di noi è voluto, è amato, ciascuno è necessario”. Queste parole sono il fondamento della nostra vita. La prima lettura tratta dal libro dell’Esodo ci mostra le difficoltà del popolo che salvato dalla schiavitù dell’Egitto è guidato da Mosè attraverso il deserto per giungere alla terra promessa da Dio. È nel deserto che sorgono le mormorazioni contro Mosè e Aronne, ricordando il benessere lasciato in Egitto: “essi sedevano presso le pentole di carne” si erano assuefatti alla sicurezza e al benessere. Il loro cuore si era indurito e avevano perso la capacità di ascoltare Dio attraverso Mosè. Nella sua bontà Dio dice a Mosè: “Ecco io farò piovere pane dal cielo per voi”. “Al tramonto mangerete carne e al mattino vi sazierete di pane”. Era il pane che Dio vi ha dato in cibo. Possiamo dire che in Dio vi è un grande mistero: la sua pazienza con Israele e il suo amore per esso. Il Vangelo di S. Giovanni ci mostra la folla che aveva assistito alla moltiplicazione dei pani e dei pesci alla ricerca di Gesù. Nel vederli Gesù esclama: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. S. Agostino al commento di questo brano dice: “La folla aveva cercato la carne non lo spirito, è difficile cercare Gesù per Gesù, ma sempre si ricercano le cose che ci soddisfano”. Gesù parte dal pane materiale, che sazia la fame del corpo, per arrivare al Pane, cibo di vita eterna che è Lui stesso. La folla che è accanto a Gesù non comprende il suo invito “datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”. La folla chiede se vi è qualcosa da compiere per le opere di Dio per le opere di Dio. Gesù risponde che bisogna credere in Lui. Chi è disposto a credere nel Signore e vivere la esperienza della fede, non avrà più bisogno né di pane né di acqua perché l’amore di Dio sazierà. Anche noi sentiamoci accolti da Dio e dalla esperienza del suo amore misericordioso.