Omelia_20 Giugno_ XII Domenica del Tempo Ordinario

L’orazione che introduce la liturgia della Parola è molto articolata; è formata da una prima affermazione “Dio tutte le creature sono in tuo potere e servono il tuo disegno di salvezza” per poi chiedere al Padre “di rendere salda la fede dei suoi figli, perché nelle tempeste della vita possano scorgere la tua presenza forte e amorevole”. Molte volte abbiamo affermato come dice S. Giovanni nel suo vangelo che credere è ascoltare, e nello stesso tempo vedere. L’ascolto della fede avviene secondo la conoscenza propria dell’amore, è un ascolto personale, che sa distinguere la voce e riconosce Gesù Buon Pastore; è un ascolto che richiede il seguire Gesù come hanno fatto i discepoli. Gesù molte volte ha detto: “Chi crede in me crede in Colui che mi ha mandato; chi vede me vede Colui che mi ha mandato”. Nel Vangelo di S. Marco  Gesù era seduto sulla barca con i discepoli, ma essi sono stati presi dalla paura per la tempesta del vento e delle onde, non hanno saputo credere e vedere la presenza di Gesù che rassicura e consola, ecco che Gesù dirà loro: “Perché avete paura? Non avete fede?”. S. Agostino ci dice che: “credere è toccare con il cuore” e solo quando siamo configurati a Gesù, noi riceviamo occhi adeguati per vederlo. Gesù è presente sulla barca, dormiva, i discepoli non riescono a comprendere che, se anche sono nella tempesta, Gesù è presente accanto a loro e non devono temere. L’inizio del Vangelo di S. Marco presenta il termine di una intensa giornata di Gesù, che sulle rive del lago di Genezaret ha annunciato, attraverso le parabole, l’avvento del Regno di Dio. È Lui stesso che, a sera, chiede ai discepoli “di passare all’altra riva”; la partenza è immediata, ma quando sono sul lago e Gesù riposa, si scatena la tempesta. Gesù è il nuovo Mosè che domina le acque e fa uscire Israele dalla schiavitù del peccato. Gesù è il Signore di tutta la creazione, per mezzo di Lui e in vista di Lui tutte le cose sono state create, Egli è il Signore della natura e della storia. Molte volte nella nostra storia di persone siamo andati incontro a momenti di difficoltà; ora la nostra certezza deve  essere una sola “solo in Gesù vi è la salvezza”. Al termine del brano evangelico, S. Marco ci dice che la tempesta è cessata e il mare si è calmato; i discepoli hanno scoperto che in Gesù c’è qualcosa di più di quanto essi hanno scoperto, non sanno che Gesù si lascia guidare dal Padre Celeste. La domanda che si pongono l’un l’altro è: “Chi è dunque costui che anche il vento e il mare gli obbediscono?”  Giobbe direbbe: “ E’ Dio”. Voglio riportare alcune parole della lettera ai Corinzi: “L’amore di Dio ci possiede”. È l’amore che fa richiedere al Signore di accrescere sempre la nostra fede per essere una sola cosa con Lui.